Korea

Arte FuoriClasse 2025 a Forlì by Filippo Venturi

Giovedì 27 marzo 2025, terrò a Forlì il seminario PUOI FIDARTI DEI TUOI OCCHI? Come le immagini generate con l’I.A. stanno influenzando il mondo fotografico e la nostra percezione della realtà?

L’appuntamento, che sono orgoglioso di dire è “tutto esaurito”, rientra nell’evento Che scuola? Arte FuoriClasse 2025, giunto alla 4° edizione e che si terrà alla Fabbrica delle Candele di Forlì!

L’evento è organizzato dall’Associazione RARA, con Fabbrica delle Candele, Comune di Forlì/Politiche Giovanili, Regione Emilia-Romagna ed è finanziato dall'Unione europea - NextGenerationEU e ha lo scopo di realizzare incontri ravvicinati con professionistə e artistə per catturare consigli utili, scoprire il mondo dell’arte e le pratiche ad esso connesse.


AGGIORNAMENTO DEL 28/03/2025:
Qualche fotografia dell'evento di ieri, su Fotografia e Intelligenza Artificiale, al quale hanno partecipato circa 180 studenti del Liceo Artistico "Canova" di Forlì, e non solo! 🙂

Broken Mirror al MIA Photo Fair BNP Paribas by Filippo Venturi

Una immagine inedita di Broken Mirror

Sono felice di annunciare che il mio progetto "Broken Mirror" (realizzato con l'intelligenza artificiale), sarà esposto a Milano, al "MIA Photo Fair BNP Paribas", dal 20 al 23 Marzo 2025!
Sarà rappresentato dalla galleria Fabrik Projects di Los Angeles.

Sarà la 14° edizione della fiera, che si terrà presso Superstudio Più (via Tortona 27 a Milano). L'evento rappresenta un’importante piattaforma di dialogo tra diverse espressioni artistiche e culturali, presenti nel panorama internazionale della fotografia. Il tema scelto per questa edizione è “Dialoghi”, con lo scopo di esplorare le connessioni tra passato e presente, tecniche tradizionali e moderne, culture e linguaggi differenti.

La manifestazione vedrà la partecipazione di 77 gallerie, di cui 21 internazionali, e un totale di 114 espositori tra editori, istituzioni e progetti speciali. Info orari: dalle ore 11:00 alle ore 20:00. I biglietti sono disponibili anche online.

👉 Io sarò presente venerdì 21 marzo alle ore 15.00, per il talk “L’ambiguità del Visuale e l’affidabilità della fonte nella opera d’arte: AI e fotografia a confronto”, in cui dialogherò con Emanuela Mazzonis (curatrice della sezione "Reportage Beyond Reportage") e con Chris Davies (direttore della galleria Fabrik Projects).

Una immagine inedita di Broken Mirror

Una immagine inedita di Broken Mirror

Attraverso il paesaggio. Dialoghi tra scienza, arte e letteratura by Filippo Venturi

Venerdì 28 marzo 2025, alle ore 17.00, avrò il piacere di tenere un intervento pubblico nell’ambito dell’11° edizione dell’evento “Attraverso il paesaggio. Dialoghi tra scienza, arte e letteratura”, il cui tema quest’anno sarà “Tra ombra e luce. Il paesaggio illuminato”.

Il mio intervento si intitolerà “Una guida distopica per attraversare il confine. Indagando il territorio inesplorato, tra fotografia e intelligenza artificiale” e si terrà presso nella Sala Farinati della Biblioteca Civica di Verona, con la collaborazione e l’introduzione di Unintentional Visions.


FILIPPO VENTURI

Filippo Venturi è un fotografo documentarista e un artista visivo. Realizza progetti su storie e problematiche riguardanti l'identità e la condizione umana. Ha documentato dittature totalitarie e ha testimoniato la crisi delle democrazie europee.

Negli ultimi anni si è dedicato a un progetto sulla penisola coreana, che è stato premiato con il Sony World Photography Awards e il Portfolio Italia - Gran Premio Hasselblad. I suoi lavori sono stati pubblicati su National Geographic, The Washington Post, The Guardian, Financial Times, Vanity Fair, Geo, Der Spiegel, Die Zeit, Internazionale, La Repubblica, Il Corriere della Sera e La Stampa. I suoi progetti sono stati esposti in musei e festival in Italia e all'estero.

Realizza progetti artistici con l'intelligenza artificiale. È stato selezionato dal Photo Vogue Festival, evento in cui è stato anche relatore con un intervento intitolato Broken Mirror. A dystopian guide to crossing the border. È stato esposto nell'importante mostra Pixel Perceptions: Into the Eye of AI, organizzata dalla galleria Noorderlicht a Groningen (Paesi bassi) che ha radunato una selezione internazionale degli artisti visivi più interessanti che lavorano con l'intelligenza artificiale e che ha approfondito come questa nuova tecnologia influenza, consciamente e inconsciamente, la nostra percezione del mondo.

Insegna fotogiornalismo e fotografia documentaria e tiene workshop sul rapporto fra fotografia e intelligenza artificiale.

Public talk al Planetario di Modena sull'Intelligenza Artificiale by Filippo Venturi

Mercoledì 27 novembre 2024, alle ore 21, sarò ospitato al Planetario di Modena dal Circolo Fotografico Colibrì BFI, in Viale Jacopo Barozzi, 31.

Parlerò di fotografia e intelligenza artificiale e dei rischi e delle potenzialità che questa tecnologia può offrire, illustrando anche i miei progetti visivi in cui ho unito fotografia e immagini generate.

Il mio intervento si inserisce in un ciclo di incontri intitolato “Oltre l’Immagine - Incontri fotografici d’autore”, che vedrà ospiti anche Tony Gentile, Luigi Ottani, Giancarlo Colombo, Franco Bragagna e Luciano Gigliotti.

Maggiori informazioni nella locandina!

Broken Mirror, visto da Federica Cerami by Filippo Venturi

Su “Ilas Magazine”, periodico digitale dedicato alla cultura della comunicazione visiva, è uscito un articolo di Federica Cerami (critica, curatrice e docente di fotografia) sul mio lavoro Broken Mirror, incentrato sulla Corea del Nord e realizzato con l’uso dell’intelligenza artificiale.

L’articolo originale è qui: LINK

Broken Mirror

Il mondo Coreano attraverso lo sguardo contemporaneo di Filippo Venturi

di Federica Cerami

Quest’anno, al Festival FotoIncontri di San Felice sul Panaro, organizzato dal Circolo Photoclub Eyes, ho avuto il gran piacere di vedere la mostra Broken Mirror del fotoreporter Filippo Venturi.

Mi sono immersa in questo racconto fotografico, perdendo la cognizione del tempo e dello spazio: nulla mi ha richiesto di ritornare, fino a quando non è iniziata la conferenza di presentazione.

Perdersi credo sia una esperienza evolutiva molto importante sia per un fruitore di fotografia che per un fotografo.

Mimmo Jodice, nella sua lectio magistralis del 2006, tenuta presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli, disse: “C’è una frase di Fernando Pessoa che ripeto spesso perché mi rappresenta: “Ma che cosa stavo pensando prima di perdermi a guardare? Ecco la mia inclinazione naturale: perdermi a guardare, contemplare, immaginare, cercare visioni oltre la realtà…”

Venturi racconta con queste parole il suo lavoro: 

“Broken Mirror è un lavoro artistico che utilizza il linguaggio documentaristico, in cui ho fuso la mia percezione della Corea del Nord con quella di un‘intelligenza artificiale. Ho utilizzato il software Midjourney, a cui ho spiegato nel dettaglio il risultato che volevo ottenere, ripetendo l‘operazione per centinaia di volte per ogni immagine, finché non ho ottenuto un risultato simile a quello che avevo immaginato.

Ho inserito nelle scene di vita quotidiana dei nordcoreani un elemento estraneo, sotto forma di insetti che assumono dimensioni sempre più grandi e invadenti, al punto che sembrano avere il controllo sulle persone. Infine, i nordcoreani stessi si trasformano in insetti, completando così il dominio subìto”.

Con Broken Mirror entriamo nel vivo del dibattito contemporaneo, relativo all’utilizzo dell’IA, andando oltre la logica manichea che nel corso della storia dell’arte ha spesso opposto una inutile resistenza verso ogni novità creativa che si è affacciata al mondo e proviamo, invece, ad abbracciare una idea ampia di narrazione.

La narrazione, da non confondere con il racconto, porta con sé una forte componente emotiva e risulta essere, in tal senso, molto più coinvolgente e interessante.

Narrare ci aiuta a dare un senso agli eventi che altrimenti risulterebbero essere un mero elenco di vuoti accadimenti posti in ordine cronologico e ci conduce anche verso la comprensione di noi stessi e della nostra relazione con il mondo. 

Questo è un dibattito molto lungo e assai articolato, ma sostanzialmente credo che, con le mie premesse, limitare le possibilità di costruire e presentare una storia non faccia del bene né agli autori e né tantomeno ai suoi fruitori.

Perdersi, perdersi a guardare, fantasticare guardando il mondo, ricostruendolo con il proprio portato emotivo e immaginativo: lo abbiamo fatto con i dipinti, poi con la fotografia analogica, con la fotografia digitale e ora lo stiamo iniziando a fare con l’Intelligenza Artificiale.

Più osservo questi nuovi lavori fotografici e più mi viene da pensare alle incredibili potenzialità che si sono aperte e alla meraviglia alla quale possiamo andare incontro per immergerci nei nostri desiderata e portare, con noi, tutto il nostro spazio abitato.

Perché mi ha colpito e ammaliato così tanto il lavoro di Venturi? 

La sua vena espressiva nasce da una urgenza narrativa che fa di lui, da tanti anni, un affermato fotografo documentarista e un artista visivo che ha pubblicato i suoi reportage su prestigiose riviste nazionali e internazionali.

Indaga fotograficamente, dal 2015, il territorio della Corea esplorandone i fenomeni sociali e i risultati raggiunti attraverso lo sviluppo e la crescita economica, ma anche i conseguenti effetti collaterali sulla popolazione.

Quando è arrivato al desiderio di utilizzare l’AI per continuare a parlare della Corea, l’ha fatto, quindi, conoscendo molto bene tutte le dinamiche che abitano questo territorio, avendo ampiamente sperimentato lo strumento fotografico, con un profondo senso etico del suo lavoro per poi proiettarsi nel mondo della fantascienza, nella fotografia e nella letteratura del passato e con la precisa volontà, di non avere il controllo completo del suo processo creativo.

Ritorna, quindi, la meravigliosa possibilità di perdersi, ma anche di lasciarsi andare, di pescare dal proprio vissuto, di proiettarsi nelle proprie fantasie, di esprimere in modo poetico dei non detti e di abbandonare questa strana volontà di raccontare il vero che, del resto, non è mai appartenuta alla fotografia.

Broken Mirror su Cities 14 by Filippo Venturi

Sul Magazine “Cities” numero 14, è presente anche il mio lavoro “Broken Mirror”.
Maggiori informazioni qui: www.italianstreetphotography.com/cities

Questo l’elenco dei contenuti:

AROUND PEOPLE
Nana Kofi Acquah - Life is a beach
Francesca Chiacchio - Napolism
Cosmin Garlesteanu - Hometown
Hans Van Leeuwen - Miami beach

AROUND HUMANITY
Carlo Bevilaqua - Oaxaca
Efi Longinou - Togheter
Maria Pansini - Taranto must not die

AROUND PHOTOGRAPHY
Luigi Cipriano - Smart Visions
Vittorio D'Onofri - Desde Las Esquinas
Filippo Venturi - Broken Mirror

Kolga Tbilisi Photo by Filippo Venturi

Sul sito Talking Pictures è uscita una intervista a Beso Khaindrava, fondatore e direttore del Kolga Tbilisi Photo. Un festival che è cresciuto molto negli anni e che spesso ha introdotto il pubblico alle tendenze fotografiche contemporanee.

In un certo senso posso confermare questa descrizione perché la mia prima fotografia premiata ed esposta al festival, risalente al 2014, era di rugby (vedi fotografia in alto, al centro), mentre il mio ultimo lavoro premiato ed esposto nel medesimo festival è stato Broken Mirror, realizzato con l’intelligenza artificiale (e che inevitabilmente ha dato origine a qualche lamentela sui social).

In questo è racchiuso l’inizio e la situazione attuale della mia crescita; precisando che l’intelligenza artificiale la considero uno strumento con cui posso affrontare certe tematiche, ma il mio grande amore resta quella fotografia che ti permette di muoverti e incontrare le persone.

L’articolo originale con l’intervista è qui: Kolga Tbilisi Photo: The Embrace of Photography

(La foto di apertura dell’articolo e questa sono del fotografo Wolfgang Zurborn)

Broken Mirror al FASE Festival 2024 by Filippo Venturi

Il mio lavoro “Broken Mirror”, realizzato con l’aiuto di una intelligenza artificiale, sarà esposto alla 1° edizione del Festival di Arti visive a Sud Est (FASE), a Otranto (Lecce), al Castello Aragonese in Piazza Castello, dal 21 giugno al 7 Luglio, dalle ore 15 alle 23!

Saranno due settimane piene di mostre, esibizioni, talk, workshop e party in giro per la città.
La direzione artistica è a cura di Alessia Locatelli.

FASE - Manifesto

Il Festival FASE vuole parlare, non solo esporre. Non solo esporre e ammirare, ma riflettere, conoscere e soprattutto riconoscere. Riconoscere nelle immagini, stampate o in movimento, cose che esistono, che sono esistite, che possono esistere. E proiettare dentro di sé cose che esisteranno. Riconoscere il presente, riconoscere il tempo che passa. Mentre il tempo di per sé è inesorabile, il modo in cui noi lo viviamo è, letteralmente, determinante. Non è una chiusura nel materiale, ma piuttosto una ricerca del senso, riconoscendo valore esistenziale anche all’intangibile, alla fantasia, alla leggerezza, al gioco e al divertimento.

Ci interessano le persone, il modo in cui affrontano la loro esistenza, le scelte che determinano i cambiamenti, o gli adattamenti, le scelte di conservazione o resistenza. Ci interessa il senso delle cose, le cose che hanno un senso. Ci interessano le relazioni, i rapporti. Le relazioni tra persone, tra le persone e i territori, i luoghi, la natura; tra le persone e il lavoro; tra le persone e il tempo che passa; tra le persone e se stesse, con le conseguenze delle proprie scelte.

Non ci interessa l’innovazione di per sé, non ci interessa la novità di per sé, a meno che non siano portatrici di senso. Rifuggiamo la pretenziosità di chi cerca di dare un senso a qualcosa che non ce l’ha, nelle relazioni come nell’arte. Troviamo più senso in un trenino a capodanno che nella fuffa d’artista. Vogliamo che l’artista ci racconti una storia, che abbia un’idea, che conosca quello che fa vedere, che ci abbia studiato, investigato, o che almeno ci abbia pensato e riflettuto, se è solo frutto della sua immaginazione. E anche se conosciamo quello che vediamo, vogliamo che l’artista ce lo faccia vedere con occhi nuovi. Ci interessano le prospettive diverse, perché ci interessa conoscere, capire, cambiare idea. Vogliamo una storia che – almeno un po’ – ci faccia pensare. Non abbiamo paura della semplicità, della tradizione, ma della banalità. Non abbiamo paura della frivolezza, della leggerezza, della spensieratezza, che anzi sono un elemento fondamentale per un’esistenza equilibrata, ma temiamo la superficialità, la vacuità. Non abbiamo paura della provocazione se vuole sfidare il pensiero, i costumi, la morale, se è dialettica, ma detestiamo la provocazione come forma di violenza. Non abbiamo neanche paura della violenza, se è lotta e resistenza, ma combattiamo la prepotenza e la prevaricazione.

La bellezza per noi non è estetica e sensismo, astrazione intellettualistica e pretenziosità artistica, trascendentale. Cerchiamo e troviamo bellezza nel progetto, nella storia, nell’esperienza, nella manualità, nella sapienza, nella visione, nel lavoro, nelle vite vissute. Anche nella visionarietà, nel futuribile, nella prospettiva, nella direzione.

Il festival FASE è nato per riempire di nuovo senso e nuova bellezza una città che negli ultimi decenni è cambiata molto, con conseguenze importanti sulle vite degli Otrantini, e anche sulle nostre. La trasformazione di Otranto nel terzo millennio ha generato una necessaria riflessione sulla nostra identità. La nostra infanzia è lontana ma esiste: dentro di noi, nel nostro legame con questa terra, con questa città, e il confronto con essa genera un senso di incompletezza e la conseguente necessità di riempire il vuoto. Abbiamo visto un mondo di persone, di lavori, di relazioni scomparire, abbiamo visto scomparire un senso e non lo abbiamo mai accettato. 12 anni fa con amiche e amici abbiamo tappezzato la città con le gigantografie delle persone che vivono a Otranto tutto l’anno, abbiamo chiamato questo progetto “dodici mesi senza estate”. Non per puro senso identitario, di appartenenza – al contrario, ci teniamo al riparo dal campanilismo e vorremmo che Otranto torni a essere un crocevia di culture diverse – ma per riconoscere agli Otrantini il diritto di godere della propria città, di viverla tutto l’anno, e non solo di essere i custodi invernali – e gli spazzini – delle traboccanti strade d’agosto (che tra l’altro traboccano di meno ogni anno). Il festival FASE vuole restituire a Otranto senso e bellezza, cultura e riflessione, che già le appartengono. FASE vuole coinvolgere il territorio in un progetto di riscoperta del proprio senso, prima ancora che in un progetto artistico e culturale. Gli artisti che si esibiranno ed esporranno al FASE proporranno allo spettatore la propria visione del mondo, il proprio interrogativo, la propria prospettiva, ci racconteranno una storia che vale la pena di essere conosciuta. E noi arricchiremo la nostra visione, ci porremo nuovi interrogativi, saremo disposti a cambiare prospettiva o quantomeno a decentrare il nostro punto di vista.

La direzione artistica del festival è affidata a Alessia Locatelli.

Broken Mirror al Cosmo Photo Fest by Filippo Venturi

Il mio lavoro “Broken Mirror”, realizzato con l’aiuto di una intelligenza artificiale, è stato premiato nella Call for entry 2024 del “Cosmo Photo Fest” e sarà esposto all'interno del festival, che si terrà a Colleferro (Roma) dal 31 maggio 2024 al 30 giugno 2024!

Così la giuria ha motivato la scelta della selezione del lavoro di Filippo Venturi:
“La serie combina elementi di fotografia documentaria, fantascienza e scene distopiche, trasportando lo spettatore in un mondo surreale che è tragico, assurdo, divertente e terrificante allo stesso tempo. Il lavoro di Venturi mostra la natura straordinaria della società nordcoreana e il duro regime totalitario che isola il Paese. Broken Mirror è il risultato di un affascinante compromesso tra esseri umani e intelligenza artificiale e mostra in modo impressionante come l’arte e la tecnologia possano fondersi per rappresentare complesse questioni sociali. Nel complesso, questa serie merita 10 stelle per il suo concetto innovativo e la sua impressionante esecuzione”.

Vedi anche l’articolo: Insetti giganti a spasso dalla Corea del Nord alle porte di Roma


COSMO PHOTO FEST
A cura del Centro Sperimentale di Fotografia Adams
Colleferro (RM), sedi varie
dal 31 maggio al 30 giugno 2024
lun-dom 17-19
ingresso gratuito
www.cosmophotofest.it

Nell’anno 2024, nella città di Colleferro sarà realizzata la prima edizione del festival internazionale di fotografia dal titolo: COSMO – la fotografia fra scienza e arte – Il Festival è promosso e organizzato dal Centro Sperimentale di Fotografia Adams. Il Centro Sperimentale di Fotografia – Adams (C.S.F. Adams) bandisce una call for entry per fotografi italiani e non, che vogliano esporre il loro lavoro fotografico presso il festival internazionale.

TEMA CALL FOR ENTRY:
Il futuro della fantascienza? Ci viviamo dentro. […] (William Gibson)

Partendo da questa riflessione consegnataci dal noto scrittore in questa sezione troveranno ospitalità narrative fotografiche che interrogano il presente, con particolare attenzione al rapporto tra l’essere umano, la tecnologia, la scienza e la fantascienza. Complessità che si dibatte tra molteplicità ed esattezza, spazio definito dalla misura del nostro sguardo, dove tutto deve essere filtrato, reinventato, rimodulato, riscritto, rilocato, risemantizzato. Immagini che sondano confluenze, ibridazioni, interscambi, interferenze, divisioni e connessioni. È in questi spazi, in questi luoghi che ha dimora il futuro della fantascienza.

Articolo sull'Intelligenza Artificiale (parte 2) su FOTOIT by Filippo Venturi

Nel numero di febbraio 2024 di FOTOIT, nella sezione Saggistica, è uscito il mio secondo articolo sull’intelligenza artificiale, dove racconto i lavori che ho realizzato con l’aiuto di questa tecnologia! In particolare approfondisco l’idea alla base e il conseguente sviluppo dei miei progetti “Broken mirror”, sulla dittatura nordcoreana, e “He looks like you”, sulla mia famiglia.