Tutti gli algoritmi del Presidente / by Filippo Venturi

[English below]

Il Senato degli Stati Uniti ha approvato l'1 Luglio 2025 il "One Big Beautiful Bill Act" (OBBBA), cioè la riforma di bilancio voluta da Donald Trump, che prevede miliardi di dollari in investimenti federali destinati all’intelligenza artificiale, alla sicurezza informatica e ai droni.

La riforma è stata approvata senza una parte che era molto preoccupante: una moratoria di 10 anni che avrebbe impedito agli Stati americani l'introduzione di leggi per regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale. La Regolamentazione sarebbe stata possibile solo a livello federale (in pratica, solo a discrezione di Trump). Il Senato l'ha bocciata con 99 voti contrari e 1 solo a favore.

Una moratoria di questo tipo avrebbe garantito ampia libertà d'azione alle Big Tech (come Google, Meta, Amazon, ecc), sollevandole da responsabilità legali a livello statale e rendendo inapplicabili per un decennio molte tutele e protezioni oggi garantite ai cittadini. Leggi come quelle sulla discriminazione algoritmica — come quelle che vietano trattamenti differenziali basati su razza, genere o reddito nei sistemi automatici — non sarebbero state applicabili dagli Stati. Normative statali già esistenti o in discussione — come quelle approvate in California e Colorado in materia di privacy dei consumatori — sarebbero state sospese o rese inefficaci. Gli Stati non avrebbero potuto contrastare attraverso proprie leggi fenomeni critici legati all’uso dell’intelligenza artificiale, come la generazione di deepfake, la profilazione razziale, i bias nei sistemi di selezione del personale o di concessione di prestiti.

I pesi e contrappesi del sistema statunitense appaiono deboli di fronte alla svolta autoritaria impressa da Trump. Congresso e Corte Suprema, nella maggior parte dei casi, non rappresentano un ostacolo significativo, limitandosi spesso a un ruolo passivo o addirittura complice. In questo contesto, l’autonomia legislativa degli Stati appare come un contrappeso vitale, forse l’ultimo baluardo contro una deriva autoritaria che rischia di compromettere la democrazia statunitense.

Ci saranno altri tentativi per dare libertà operativa alle Big Tech, a discapito dei cittadini (americani e non solo).

[Immagine tratta al mio progetto "Broken Mirror"]


On 1 July 2025, the US Senate passed the “One Big Beautiful Bill Act” (OBBBA), the budget reform wanted by Donald Trump, which provides for billions of dollars in federal investments in artificial intelligence, cybersecurity and drones.

The reform was passed without one part that was very worrying: a 10-year moratorium that would have prevented US states from introducing laws to regulate the use of artificial intelligence. Regulation would only have been possible at the federal level (in practice, only at Trump's discretion). The Senate rejected it with 99 votes against and only 1 in favour.

Such a moratorium would have granted wide latitude to Big Tech (such as Google, Meta, Amazon, etc.), relieving them of legal responsibilities at the state level and making many of the protections and safeguards guaranteed to citizens today inapplicable for a decade. Algorithmic discrimination laws - such as those prohibiting differential treatment based on race, gender or income in automated systems - would not have been enforceable by states. State regulations already in existence or under discussion - such as those passed in California and Colorado regarding consumer privacy - would have been suspended or rendered ineffective. States would not have been able to counter through their own laws critical phenomena related to the use of artificial intelligence, such as the generation of deepfakes, racial profiling, and bias in personnel selection or lending systems.

The checks and balances of the US system appear weak in the face of Trump's authoritarian turn.
Congress and the Supreme Court, in most cases, do not represent a significant obstacle, often limiting themselves to a passive or even complicit role. In this context, the legislative autonomy of the states appears as a vital counterweight, perhaps the last bastion against an authoritarian drift that threatens to undermine US democracy.

There will be other attempts to give operational freedom to Big Tech, to the detriment of citizens (American and others).

[Image from my “Broken Mirror” project]