Fotografia partecipativa

Negli ultimi anni ho condotto diverse attività di divulgazione e insegnamento, come public talk, masterclass e workshop di fotografia.
Inoltre, in collaborazione con Festival, Associazioni ed Enti ho sviluppato in diversi contesti Laboratori basati sulla fotografia partecipativa: una tecnica che prevede il coinvolgimento e il contributo visivo dei cittadini, con lo scopo di favorire la consapevolezza e l’integrazione di giovani, immigrati e cittadini con fragilità. Questi progetti funzionano su due livelli: la condivisione del percorso e il risultato artistico/fotografico. Il primo livello è utile a instaurare un legame fra i partecipanti, il docente e le figure di supporto e al tempo stesso trasmettere nozioni del linguaggio fotografico. Il secondo livello è il frutto del laboratorio, che rappresenta anche il canale di comunicazione con la comunità.

Per proposte di collaborazione, potete contattarmi all’indirizzo email filippo.venturi@gmail.com

PROGETTI SVOLTI

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A scuola di cittadinanza

Laboratorio fotografico rivolto a 50 studenti di scuola superiore, con la finalità di stimolarne la riflessione e la creatività circa il loro rapporto con le Istituzioni, svolgendo piccoli progetti di documentazione del periodo della campagna elettorale e delle elezioni amministrative 2021.

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My Dear

Laboratorio fotografico, facente parte del Progetto europeo “Shaping Fair Cities”, rivolto a 20 donne di 9 nazionalità diverse, con la finalità di perseguire l’Obiettivo 5 dell’Agenda ONU 2030: “raggiungere l'uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze”.

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Progetto IDE

Reconstruction of Identities è un ambizioso progetto europeo biennale, il cui scopo è promuovere e tutelare il patrimonio culturale, approfondire il tema dell'identità e favorire l'integrazione attraverso ricerche, attività formative e confronti che utilizzano la Fotografia.

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Linee di Rigenerazione

Laboratorio fotografico, finanziato dal bando "Creative Living Lab" del Ministero dei Beni Culturali, che ha previsto un percorso di osservazione, ascolto e scambio tra esperti, artisti e abitanti per co-progettare e costruire micro interventi di rigenerazione urbana.

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Nuove Speranze

"E il mare concederà a ogni uomo nuove speranze" è il laboratorio fotografico svolto assieme a ragazzi rifugiati e richiedendi asilo del Progetto Accoglienza di Cesena, con lo scopo di restituire loro una identità, attraverso l’uso di fotografia d’achivio e piccoli progetti personali.

Lo strumento fotografico per molti anni è stato riservato a pochi professionisti. Negli ultimi tempi però abbiamo si è assistito ad una rapida ascesa del "fotogiornalismo partecipativo" (vedi il citizen photojournalism di Jim Hubbard), che qualcuno definisce la via "democratica" al fotogiornalismo. In sostanza, chiunque può scattare fotografia, anche senza strumentazione specifica, e può avere un ruolo da protagonista nel flusso comunicativo dei media; non solo, ma con le fotografie può contribuire ad attivare processi sociali, proteste, influenzare la percezione pubblica di alcuni eventi. L’avvento del digitale, di internet e dei social network ha amplificato questo fenomeno, consentendo la distribuzione di contenuti.

Una delle prime forme di fotografia partecipativa, "Photovoice", fu sviluppata nel 1992 da Caroline Wang, ricercatrice dell'Università del Michigan, e si prefiggeva 3 obiettivi:
1) Individuare le necessità di una comunità.
2) Rendere protagonisti i membri di quella comunità.
3) Attivare dei cambiamenti influenzando, con le fotografie, politici e amministratori locali.

Nel tempo questa tecnica si è rivelata un metodo efficace per analizzare esperienze di vita quotidiana e dare voce a soggetti emarginati. Attraverso una combinazione di fotografia e confronto di gruppo, "Photovoice" consente di attivare i membri della comunità, accompagnandoli nell’identificare i loro punti di vista e utilizzarli come leve per promuovere il cambiamento sociale.

"Photovoice" non è un semplice Laboratorio o Workshop di fotografia nel quale apprendere tecniche fotografiche; lo scopo non è produrre immagini piacevoli, originali, di impatto, o favorire l’espressione individuale attraverso le immagini. Photovoice si pone l’obiettivo ambizioso di attivare processi di cambiamento sociale nei quali le immagini diventano i catalizzatori. Le macchine fotografiche sono nelle mani dei cittadini e le immagini diventano la loro voce; i cittadini diventano più consapevoli della loro situazione e dei fattori che concorrono a determinarla: le immagini diventano lo strumento nelle loro mani per rendere anche i politici consapevoli della situazione e stimolarli a produrre nuove azioni.