Minolta XG1 / by Filippo Venturi

Non ho mai visto mio padre usarla per scattare una fotografia (almeno da quando ho memoria), quindi il mio legame con la sua Minolta XG1 è sempre stato piuttosto freddo. Tolto il matrimonio dei miei genitori e il mio primo compleanno, la quasi totalità delle fotografie del mio passato, che possiedo, le ho scattate io da piccolo con una fotocamera che chiesi in regalo e con cui a volte mi facevo fotografare.

Quindi, quando è arrivato il momento in cui ho dovuto riordinare le cose accumulate da mio padre in una vita, ho inventariato e conservato la sua fotocamera senza tante cerimonie. Il dettaglio più dolce che ho scoperto in quei giorni è che nel suo negozio di modellismo conservava un minuscolo album consumato dove c'erano 6 fotografie che mi aveva fatto negli anni e in cui posavo con un cane. Una foto per ciascun cane che abbiamo avuto.

Qualche giorno fa ho ripescato la sua borsa fotografica dall'armadio e le ho concesso una seconda opportunità. Il non indifferente corredo di lenti lascia pensare a due ipotesi: forse ha comprato l'attrezzatura in blocco, magari in un gesto improvviso a cui non è seguito poi un interesse e un utilizzo concreto oppure, negli anni, ha selezionato le diverse lenti lasciando immaginare una certa volontà e passione.

Solo a questo punto ho fatto quello che molti avrebbero fatto anni prima. Ho controllato la presenza di rullini usati. Due rullini erano ancora chiusi nella propria confezione di cartoncino giallo. Un rullino da 24 era conservato nel tipico cilindretto nero di plastica. Impossibile stabilire se fosse stato usato o meno. Infine, ho notato che il contatore della Minolta era sul numero 16 e ho quindi riavvolto il rullino contenuto al suo interno.

Ho da poco portato gli ultimi due rullini a far sviluppare e ora ho dalle 0 alle 40 fotografie, di un passato lontano almeno 30 anni, da scoprire. Non resta che attendere per vedere.